Luigi Vardanega appartiene alla categoria dei pittori meno conosciuti definiti dai critici, minori per scelta e defilati per carattere. Luigi Vardanega è nato a Possagno il 03/07/1909. A sette anni la famiglia lo avvia al lavoro nella bottega di un marmista dove impara con la fatica e l’impegno a conoscere come lavorare il marmo e le altre pietre e a capire come estrarre da esso quello che è presente nel suo interno. E’ convinto fin da ragazzo di bottega che una scultura aspetti di essere “tirata fuori“ dalla pietra e che lui debba solo capire come colpire con la mazzetta il suo scalpello per far comparire quello che lui sente che c’è già. Il padrone della bottega intuisce le sue capacità e dopo pochi anni gli lascia piena libertà di espressione anche se il lavoro si limita alla realizzazione di lapidi, bassorilievi, vasi e oggetti decorativi. Studia con tenacia e per suo conto la pietra che lavorerà con passione per tutta la sua vita. Durante una breve pausa dal lavoro frequenta la scuola d’arte al collegio dei padri Cavanis a Possagno dove apprende le nozioni di base e le varie tecniche di pittura. A Possagno è un frequentatore assiduo della Gipsoteca del Canova. Quando nella Gipsoteca una mano del Canova si incrina e poi si rompe, viene incaricato di ripararla. L’operazione riesce con enorme soddisfazione. Vardanega ha una mano felice. E’ sempre capace di riprodurre con spontaneità quello che lui vede o immagina nella sua fantasia. I suoi disegni diventano sculture e bassorilievi e solo più tardi inizia la produzione pittorica di affreschi e quadri per le chiese.
Vardanega pittore nasce come pittore religioso e nel bellunese sono molti i sacerdoti che credono nelle sue capacità e si commuovono di fronte alla sua pittura spontanea e incisiva che sa parlare alla gente semplice e allieta gli intenditori. I parroci gli fanno realizzare grandi affreschi e grandi tele. Luigi Vardanega è stato un pittore neoclassico che si è ispirato ai più grandi per i quali manifestava sempre una ammirazione commossa. Sono parole sue “ Se sai copiare dando una vita nuova a ciò che è già bello puoi raggiungere la poesia di chi lo ha prodotto per primo e farlo apparire ancora più grande”. Non esita per questo a cercare quegli spunti nelle opere di quelli che considera i maestri. Vardanega non ha mai nascosto di saper analizzare e trarre spunti dagli altri che amava con ammirazione e senza invidia, ma ha sempre trovato il modo di personalizzare e rendere suo quello che rappresentava. Vardanega parlava bene di tutti gli artisti e descriveva le opere che aveva visto raccontando le cose belle che lo avevano impressionato. Non era capace di invidia Vardanega e anche per questo piaceva molto alla gente ed era caro ai suoi colleghi. Dalla bottega di Possagno Vardanega emigra giovane in Svizzera dove continua in assoluta libertà il lavoro di scultore. Peccato non abbia conservato documentazione delle molte statue che ha realizzato e non si riesca a rintracciarle. Ritorna in Italia e si stabilisce direttamente a Belluno dove opera per tutta la vita fino al 1988. Luigi Vardanega era un uomo semplice ma di grande acume, concepiva l’arte come uno strumento con il quale trasportare sulle tele la sua esperienza di creatura fragile di fronte al mistero della vita.